Anna Karenina

CAPOLAVORO IMMENSO. Non esistono parole adeguate per definire questo capolavoro. Anzi sarebbe inutile o addirittura deleterio cercare di spiegare la struggente bellezza di questo romanzo. Di ogni minimo particolare, di ogni infinita sfumatura. Ringrazio solo Lev Tolstoj per avermi dato la possibilità di diventare una persona migliore. Un plauso particolare a Claudia Zonghetti per la magnifica traduzione che finalmente da atto alla superba prosa e particolarissima sintassi del Maestro..

È il primo romanzo che mi crea qualche difficoltà nel recensire. Anzitutto è un testo di una certa mole, non si tratta solo di pagine, ma soprattutto, come è ovvio, trattandosi di un classico, della quantità di idee (e riflessioni personali) che Tolstoj riversa nel romanzo. il tema principale è l'adulterio e la protagonista è Anna Karenina,  ma basta leggere il romanzo per accorgersi che il tema non è (soltanto) l'adulterio, né l'amor fou, bensì leggiamo pagine e pagine dedicate alla Russia di fine ottocento e al popolo russo.Tuttavia, a me sembra, che sopra ogni altra cosa il romanzo è testimonianza della  personale crisi spirituale dell'autore che lo spinge a chiedersi perché vive, qual è lo scopo della vita. Infatti, in questo romanzo la commistione di autobiografia e narrativa è notevole. Alle domande esistenziale sopra citate si può dare una risposta nichilista oppure una diametralmente opposta. È in seno a queste due diverse vie che si nasconde un problema non certo secondario. Infatti, se si raffronta il titolo dell'opera, che punta esclusivamente l'attenzione verso il personaggio di Anna Karenina (quindi alla sua fine) all'impressione che deriva dalla lettura (cercate i commenti online scoprirete che l'impressione è quasi unanime) sorge la curiosa idea che il protagonista del romanzo sia un altro: kostantìn Levin detto kostja. Levin è deutarogonista, il secondo protagonista.Egli riconosce che scopo della vita è il bene rivolto al prossimo; all'opposto quasi fino all'ultimo istante Anna vede ovunque corruzione e lotta, soprattutto lotta: "e non sono capace d’immaginare una situazione in cui la vita non sia un tormento, che noi siamo creati per tormentarci, che tutti lo sappiamo e non facciamo che inventare dei mezzi per ingannare noi stessi. Ma che fare quando vedi la verità". E si pone un altra questione Anna avrebbe potuto avere lo stesso destino di Levin? No. Anna non avrebbe mai potuto condividere lo stesso destino di Levin perché donna.Mi sono divertita a fare un gioco:"e se Anna fosse nata nel secondo novecento?" Anna avrebbe ottenuto il divorzio o forse non avrebbe nemmeno sposato Karenin; avrebbe avuto una professione (mi diverto ad immaginarla architetto (perché? Leggete il romanzo e lo scoprirete) Avrebbe dato vita a una coppia di fatto con Vronskij e il suo autodeterminarsi come madre sarebbe stato assolutamente normale.